mercoledì 11 febbraio 2015

"Yves Klein / Lucio Fontana Milano-Parigi 1957-1962" - Recensione a cura di Elena Arzani


"Yves Klein / Lucio Fontana Milano-Parigi 1957-1962"


Presso il Museo del 900 dal 22 ottobre al 15 marzo 2015.


(nella foto: installazione del "Pigment pur" di Ives Klein in basso; Arabesco al neon di Lucio Fontana in alto)

Yuri Gagarin - 12 aprile 1961 - «La Terra è blu… che meraviglia. È bellissima»


All’Arengario di Milano, risplende “il cielo in una stanza”: un microcosmo di luci al neon, che innalzano la bellezza dell’arte italiana, danzando al pari della Madonnina del capoluogo lombardo, su un pavimento di pigmenti puri, che la forza di gravità incolla rispecchiandone l’estetica perfetta come un Narciso immerso nella musica del blu, dipinto di blu.

Nell’atmosfera magica di questa poetica del colore e dell’infinito, il Museo del ‘900, opera degli architetti Italo Rota e Fabio Fornasari, dedica i suoi spazi ad un lungo percorso espositivo a cura di Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti, in cui Lucio Fontana ed Yves Klein, trasportano l’osservatore alla scoperta della quarta dimensione nell’arte.

Inaugurata il 22 Ottobre 2014, la mostra dal titolo: “Yves Klein Lucio Fontana. Milan Parigi 1957-1962”, che si concluderà il 15 Marzo 2015, occupa alcune delle stanze più rappresentative della collezione permanente, riformulate per l’avvenimento, per enfatizzare e promuovere lo stretto confronto visivo tra le oltre 90 opere dei due artisti, affiancate da una ricchissima documentazione di fotografie, filmati d’epoca e carte d’archivio.

LA NASCITA DI MAGNUM Robert Capa Henri Cartier-Bresson George Rodger David Seymour ‘Chim’ - Recensione di Elena Arzani

LA NASCITA DI MAGNUM

Robert Capa Henri Cartier-Bresson 
George Rodger David Seymour ‘Chim’

Cremona, Museo del Violino
31 ottobre 2014 – 8 febbraio 2015

A cura di Marco Minuz

(foto di Robert Capa ©)

La mostra dell’Agenzia MAGNUM PHOTOS INC, celebra la nascita della stessa, avvenuta il 22 Maggio 1947 nella Contea di New York, ad opera di Robert Capa, Henri Cartier-Bresson e George Rodger, David Seymour (Chim), affiancati da Maria Eisner, William e Rita Vandivert.

Henri Cartier-Bresson, dopo la prima grande retrospettiva inaugurata dal MOMA di New York nel 1947 in suo onore, avrebbe potuto dedicarsi unicamente all’arte, ma contrariamente alle aspettative, sceglie di legarsi in società a Robert Capa e David Seymour, suoi amici ormai da un decennio. Il progetto, a cui parteciperanno anche George Rodger, Maria Eisner, William e Rita Vandivert, nasce dal profondo desiderio di raccontare il mondo ai suoi stessi cittadini. Una serie di sanguinose guerre ha segnato il globo intero nelle ultime decadi, sconvolgendo la società e ridisegnando i confini geografici, intensificando la necessità di divulgazione della stampa. L’informazione è in mano alle case editrici che uniche padrone, possono gestire il materiale raccolto dai fotoreporter e scegliere cosa proporre alle masse. In questo contesto si inserisce il radicale valore del cambiamento avviato dall’associazione di Magnum.    Tre grandi sale, allestite presso il Museo del Violino di Cremona, dal curatore Marco Minuz, ospitano una prestigiosa selezione delle iconiche immagini dei padri fondatori di Magnum, mostrando l’intensa attività fotogiornalistica, che ha segnato la storia dell’editoria, rivoluzionando il concetto di libertà di pubblicazione e moderno copyright.

Henri Cartier-Bresson "Lo sguardo del Secolo" - Recensione a Cura di Elena Arzani

 

 

 Henri Cartier-Bresson

"Lo sguardo del Secolo"

Recensione a Cura di Elena Arzani


“...ogni volta che premo il pulsante dello scatto, è come se conservassi ciò che sta per sparire.” – Henri Cartier-Bresson
Henri Cartier-Bresson 
Finissage: Roma, Museo dell’Ara Pacis
dal 26 settembre 2014 - 25 gennaio 2015


Si chiude oggi al Museo dell’Ara Pacis una retrospettiva dai grandi numeri, proveniente dal Centre Pompidou di Parigi e dedicata all’inestimabile opera di Henri-Cartier Bresson: 16.000 i visitatori che hanno percorso le sale nel periodo di dicembre, con una media di circa 1000 persone al giorno; 500 le opere esposte, tra cui schizzi, filmati e le fotografie originali dell’epoca stampate dallo stesso Cartier-Bresson; 9 le sezioni che compongono il percorso proposto dalla mostra, analizzando ciascuna un diverso periodo della vita e del lavoro dell’artista ed infine 1 il grande catalogo edito da Contrasto, con saggi di studiosi e testi inediti. 
Queste strabilianti cifre non destano stupore, trovandoci di fronte all’opera di colui che è stato definito “lo sguardo del secolo” e che, attraverso un costante lavoro della stessa durata, ha gettato le fondamenta della moderna fotografia, ridisegnato il ruolo del fotografo e diventando egli stesso simbolo e riferimento di quest’arte.

mercoledì 4 febbraio 2015

Forma e Desiderio The Cal - Collezione Pirelli: recensione di Elena Arzani


Forma e Desiderio

The Cal - Collezione Pirelli
recensione di Elena Arzani

Palazzo Reale a Milano, ospita per 3 mesi l’iconografia più moderna della sensualità del tempo, attraverso una mostra fotografica di 200 scatti, provenienti dalla Collezione Calendari Pirelli, selezionati da Walter Guadagnino ed Amedeo M. Turello, con il patrocinio di Expo e l’organizzazione/produzione a cura di Palazzo Reale e GAmm Giunti.

Un percorso di 5 sale, seguendo il filo rosso di un “desiderio che prende forma”, accoglie lo spettatore, mettendo in scena attraverso gli scatti dei più famosi fotografi contemporanei: da Herbs Ritts a Richard Avedon, da Peter Lindbergh a Bruce Weber, da Peter Bearda Steve McCurry, da Patrick Demarchelier a Steven Meisel, 5 decadi di assoluta bellezza estetica.

Il corpo femminile diventa specchio della società, come un silenzioso attore che danza sul teatro del tempo, tra scenari esotici, voyeurismi ed astrazioni oniriche, porta in scena una maturità sessuale analizzata, conquistata ed iconizzata dall’occhio di vetro.

Presentato per la prima volta nel 1964, il Calendario Pirelli giunge alla sua quarantaduesima edizione con l’anno 2015, realizzato da Steven Meisel.

5 itinerari tematici: L’incanto del Mondo; Il fotografo e la sua musa; Lo sguardo indiscreto; La natura dell’artificio ed Il Corpo in scena, seducono lo sguardo ponendo l’accento su tematiche via via più complesse.

Fino a ora, la più importante mostra retrospettiva, allestita dall’architetto Gae Aulenti, si era tenuta nel 1997 a Milano (Palazzo Reale - Sala delle Cariatidi), a Venezia (Palazzo Grassi), per poi partire per un tour mondiale che ha toccato alcune della principali capitali mondiali come Parigi, Berlino, Mosca, Buenos Aires e Tokyo.

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Elena Arzani
. Redattrice di Critica Letteraria
. Art director di TuttoRock
. Inviata Speciale/Redattrice di Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine


Riflessioni sul Corvo: The Crow - by Elena Arzani


Nella notte di Halloween: The Crow (Il corvo - The Crow è un film del 1994 diretto da Alex Proyas, tratto dall'omonimo fumetto di James O'Barr)



-- "Un tempo la gente era convinta che quando qualcuno moriva, un corvo portava la sua anima nella terra dei morti. A volte però accadevano cose talmente orribili, tristi e dolorose, che l'anima non poteva riposare. Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima, perché rimettesse le cose a posto."

La triade dei miei film preferiti, contempla il primo dei 3 film ispirati al fumetto "The Crow", quello in cui Brandon Lee riveste i panni di Eric Draven ("Draven" da "The Raven" di Edgar All Poe).
Mentre nel fumetto Eric è un poeta, nel film è un chitarrista...e dà vita ad una delle pellicole più Gothic Metal del Cinema.

Dipinto il volto come un pagliaccio ("Vesti la Giubba"?!), dopo esser stato riportato in vita la notte di Halloween, dallo spirito guida che attraverso gli occhi dalla piatta vista di un Corvo, gli dona l'invincibilità per poter vendicare i torti subiti, la sua ingiustificata uccisione, insieme alla fidanzata amata.

Ho sempre adorato il personaggio di Eric, che al pari di Dracula (nel fim di Coppola), non è un eroe buono, ma è un giusto.
Ammantato dal nero del vendicativo pungiglione, colpisce solo i malvagi, rei colpevoli di nefandi crimini, ma protegge i giusti e si muove nel rispetto dei corretti.

Per lo più intatta la trama della trasposizione cinematografica delle vicende, la vendetta si attua per esteso, resistuendo alla malata mente del perverso cattivo, tutto il dolore inflitto, attraverso l'apposizione delle mani sui suoi occhi, affinchè l'ignoranza sia colmata dall'esperienza, dalla partecipazione diretta in un breve scambio di ruoli.

E come già sostenuto da Leonardo, nel rinascimento, gli occhi diventano mezzo di comunicazione, che arriva dritta al cuore, all'anima, che non può reggere tanto dolore. Tipico di ogni debole, di ogni individuo dalla coscienza sporca e vile, il nascondersi, l'evitare un confronto diretto, in cui lo sguardo della persona danneggiata, come uno specchio, rifletterebbe il turbamento, la sofferenza, nonchè il segno degli eventi nocivi, che neppure l'anima del cattivo può di fatto tollerare, perchè ogni uomo, per quanto lupo nei confronti dei suoi simili, è fatto della stessa materia e se risvegliato dal torpore dell'ignoranza, freddezza anaffettiva e follia, non può rimanere indifferente.

Eric fà ritorno al suo letto, 7 metri sotto il suolo, dove ad attenderlo vi è la fidanzata, mentre le gioiose risate dei bambini, lo raggiungono allegre in un girotondo in cui con leggerezza d'animo, la morte rende omaggio alla vita.
Celebre frase del fumetto: "L'infanzia finisce quando scopri che un giorno dovrai morire". 
Poche persone, come il figlio di Bruce Lee, penso potessero comprenderne la profonda verità.
--E.A. Elena Arzani



Elena Arzani
. Redattrice di Critica Letteraria
. Art director di TuttoRock
. Inviata Speciale/Redattrice di Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine